Meno plastica e più sostenibile: ecco come piace il cibo e il suo contenitore

di Antonio Pivetti, ODAV Sicilia
Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio GS1 Italy sulle vendite realizzate all’interno dei Supermercati e degli Ipermercati nel corso del 2020, aumenta in modo esponenziale la propensione del consumatore italiano verso la scelta di prodotti (non solo food) ecosostenibili.
Non solo. A testimonianza di detto orientamento, degno di rilievo è il dato relativo al fatturato, pari a 9,2 miliardi di euro, ricavato dalle vendite delle c.d. confezioni green, ovvero del packaging ecosostenibile, costituito dagli imballaggi e contenitori indicati come biodegradabili, compostabili, a ridotta quantità di plastica o a basso impatto ambientale, nonché tutte le etichette che descrivono prodotti tracciati, lavorati in condizioni di garanzia e rispetto (consumo equo e sostenibile) e prodotti naturali al 100%.
Secondo l’Osservatorio GS1 Italy ai primi posti delle aree merceologiche che comunicano maggiormente la riciclabilità dei packaging c’è l’ortofrutta (43,7%), il freddo (41,5%) e la drogheria alimentare (31,8%), seguiti dal fresco (26,5%), la cura della casa (24,3%) e le carni (14,6%).
Il forte sviluppo dell’etichettatura green, del resto, non testimonia solo una maggiore consapevolezza dei consumatori verso la necessità di consegnare alle generazioni future un ambiente migliore e sicuro per la salute, anche a condizioni socio economiche più eque, ma, a parere di chi scrive, risulta essere piuttosto una ghiotta opportunità di strategia di marketing per tutte quelle imprese intente a concorrere nel relativo mercato con un brand, che richiama i principi di una produzione etica e responsabile.
Da qui, un'enorme mole di investimenti volti al reperimento delle materie prime naturali, alla realizzazione di packaging attraverso strumentazione non nociva alla salute umana e all’ambiente. A sua volta, detta scelta produttiva non potrà che incrementare ulteriormente, di rimbalzo, il favore dei consumatori verso i prodotti ecosostenibili con un minor impatto ambientale.
In ogni caso, la crescita dell’etichettatura green, sia essa riferibile a motivi prettamente sociali del consumatore, sia a scelte di carattere economico aziendale del produttore, varrà a consolidare il circolo virtuoso che porterà al progressivo abbandono del packaging “tradizionale”, nei canali di vendita e a una fortissima riduzione del tasso di inquinamento ambientale dovuto al consumo agroalimentare, quale avamposto di un mondo migliore.