Negli stessi giorni in cui gran parte della Puglia cerealicola lamenta un significativo calo della produzione del grano, decine e decine di aziende agricole sono invece soddisfatte del loro raccolto di grano aureo, in termini di resa e di qualità, un risultato che garantisce la redditività della produzione.
Sono le aziende cerealicole del Consorzio Global Fresh Fruit, che hanno scelto di produrre grano aureo con un contratto di filiera, entrando così in un network supportato da un grande gruppo agroalimentare come Barilla.
Una scelta vincente perché il contratto di filiera garantisce, oltre alla redditività della produzione, soprattutto la crescita professionale e culturale dei nostri imprenditori agricoli.
Nato a Chiatona cinque anni addietro grazie all’intuizione di sei imprenditori, quest’anno il Consorzio Global Fresh Fruit ha contrattualizzato 140 aziende agricole che – con 2.000 ettari da Cosenza a Capo di Leuca – contano di conferire al Gruppo Barilla circa 40/45mila quintali di Grano Aureo per un fatturato complessivo di oltre un milione di euro, l’anno scorso le allora 85 aziende consorziate conferirono 28.000 quintali.
Il core business del Consorzio Global Fresh Fruit è la coltivazione di Grano Aureo mediante un contratto di filiera con il Gruppo Barilla che impiega questa varietà pregiata per il suo top quality brand “Voiello”.
Prima ancora della semina ogni azienda consorziata stipula con Barilla un contratto di filiera impegnandosi a coltivare sui propri fondi Grano Aureo con sementi fornite dal buyer e applicando un preciso disciplinare agronomico.
Dal canto suo il Gruppo Barilla, che seguirà in campo le coltivazioni assistita dagli esperti del Consorzio Global Fresh Fruit, già da settembre si impegna ad acquistare il Grano Aureo a un “prezzo minimo garantito” che potrà solo aumentare in base alla qualità del conferito. Questa premialità rappresenta per il produttore la migliore protezione dalle fluttuazioni del mercato e da manovre speculative.
Francesco De Filippis, Presidente Consorzio Global Fresh Fruit, commenta così questa annata: «anche se il Grano Aureo è una varietà tradizionalmente caratterizzata da una resa non eccezionale, quest’anno il nostro raccolto ha una resa media per ettaro di 35 quintali, in alcuni casi superiamo persino i 50 quintali, un risultato importante conseguito dalle nostre aziende introducendo negli anni innovazioni agronomiche studiate, in sinergia con il Gruppo Barilla, da centri di ricerca universitari».
Il presidente del Consorzio Global Fresh Fruit ha poi spiegato che «questa è un’annata soddisfacente anche in termini di qualità della produzione, ottenuta in campo non solo grazie alle tecniche agronomiche del Gruppo Barilla, ma anche per le favorevoli condizioni pedoclimatiche del Meridione, soprattutto nel Salento dove il tasso proteico del nostro Grano Aureo ha persino raggiunto il 17,1%, molto più elevato del 13% minimo richiesto da Barilla. Questo consente a molti conferitori di ottenere un prezzo di conferimento del Grano Aureo che garantisce redditività alla produzione».
E proprio sul Salento punta il Consorzio Global Fresh Fruit che è Capofila di un progetto innovativo, finanziato dal Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino di Lecce, nell’ambito del “primo programma per la rigenerazione sostenibile dell’agricoltura nei territori colpiti da xylella fastidiosa”.
Il progetto prevede la realizzazione di due centri di primo stoccaggio, ubicati direttamente nelle zone di produzione, presso cui il prodotto conferito dalle aziende agricole sarà classificato e qualificato.
Alle aziende salentine, penalizzate dalla xylella fastidiosa, questo progetto apre la strada al conferimento a importanti buyers che, nei diversi comparti agricoli, hanno necessità di tracciare e controllare la qualità delle materie prime acquistate, tra questi il Gruppo Barilla che ha lanciato su tutte le proprie semole il “solo 100% grano duro italiano”.
Più in generale il progetto intende sostenere un processo di evoluzione delle imprese agricole salentine che, mediante l’innovazione delle tecniche di produzione, nonché garantendo ai buyers tracciabilità e qualità del prodotto, iniziano un percorso virtuoso verso l’agricoltura 2.0 sostenibile.
Non è il futuro, ma il presente: già da tempo, infatti, tutti i grandi gruppi agroalimentari privilegiano l’acquisto di prodotti agricoli sicuri e di alta qualità, che tutelino e migliorino l'ambiente e le condizioni sociali ed economiche degli agricoltori.
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